Terapia a onde d’urto

COSA SONO LE ONDE D'URTO

La terapia con onde d'urto in sigla ESWT (extracorporeal shockwave therapy), è un trattamento proposto prevalentemente alla terapia fisica, medicina dello sport e ortopedia per disturbi muscolo-scheletrici.
Le onde d'urto (da non confondere con gli ultrasuoni, i quali possiedono una diversa 'morfologia d'onda') sono delle onde acustiche ad alta energia prodotte da particolari generatori (elettroidraulici, elettromagnetici o piezoelettrici) e veicolate nel corpo umano mediante un sistema di trasmissione che permette di focalizzarle sul bersaglio da trattare e determinare una stimolazione meccanica diretta.

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Esistono due tipi di onde d’urto:

1. Onda d’urto radiale (o balistica)

Le onde d’urto radiali non sono direzionate su un unico punto ma si irradiano su tutta la superficie trattata.

2. Onda d’urto focale (o focalizzata)

Le onde d’urto focalizzate sono onde la cui energia viene concentrata su un punto della parte trattata.

L’onda d’urto radiale viene generata mediante uno speciale manipolo a forma di pistola. All’interno della canna un proiettile d’acciaio viene lanciato mediante aria compressa a 4-5 bar di pressione contro un trasduttore metallico posto come tappo della pistola. Dalla collisione si genera un’onda d’urto che, attraverso il tappo metallico, si diffonde radialmente nel tessuto trattato. Ogni onda d’urto è caratterizzata da un brusco aumento pressorio (picco di pressione positivo) seguito da una fase, più lenta, di ritorno alla pressione atmosferica (pressione negativa): questo determina l’instaurarsi di fenomeni di cavitazione con formazione di microbolle.

Nella nostra struttura impieghiamo onde d’urto radiali avvalendoci dei dispositivi Storz, ovvero una garanzia assoluta nel campo delle apparecchiature mediche, in grado di rispondere agli standard più elevati in termini di precisione.

Campi d'impiego.

Le indicazioni terapeutiche delle onde d’urto sono molto ampie e variegate:

  • Entesopatie croniche
  • Tendinite del ginocchio
  • Tendinite del tendine d’Achille
  • Tendinopatie calcifiche
  • Stiramenti e contratture muscolari
  • Calcificazioni muscolari
  • Trattamento dei trigger points
  • Esostosi dell’articolazioni della mano
  • Borsiti
  • Achillodinia
  • Sindrome del tibiale anteriore
  • Sindrome Rotulea
  • Pubalgia
  • Trattamento del tunnel carpale

Tra le patologie più comuni, sulle quali è possibile intervenire con la terapia a onde d’urto presso le nostre strutture, citiamo:

  • Epicondilite (gomito tennista): una sindrome dolorosa localizzata all’epicondilo laterale (ovvero sull’esterno del gomito), spesso secondaria, il più delle volte, a una serie di microtraumi ripetuti che si sono verificati a livello dei tendini dei muscoli estensori del polso e della mano, in corrispondenza della loro inserzione prossimale sull’epicondilo, con conseguente degenerazione tendinea.

 

  • Fascite plantare: l’insieme di sintomi a prevalenza dolorosa che coinvolge la fascia plantare. Risulta essere più diffusa nel sesso femminile e in soggetti obesi, poiché in questi ultimi il peso causa lo schiacciamento delle parti molli del piede, causando stress. Il sintomo più comune occorre al mattino quando la persona si alza dal letto e, poggiando i piedi a terra, avverte dolore ai talloni. Il dolore aumenta se viene sollecitato con attività fisica o altra stimolazione. Solitamente ha una durata di almeno 6 mesi, raramente si arriva ad un anno.

 

  • Spina calcaneare: frequente patologia che colpisce il retropiede. Spesso confusa con la fascite plantare per la sua similare sintomatologia iniziale, la spina calcaneare è una piccola formazione di osso in eccesso sulla sommità inferiore del calcagno. Questa escrescenza è generalmente localizzata nella parte interna del tallone in prossimità dell’inserzione dell’ aponeurosi plantare o del legamento longitudinale.

Rischi

È importante precisare che, in alcune categorie di pazienti, l’esecuzione di terapia con le onde d’urto non è consigliata.

Si fa riferimento ai pazienti con: neoplasie, coagulapatie, polineuropatie, portatori di pace maker, soggetti in gravidanza e in presenza di nuclei cartilaginei di accrescimento, come nel caso di pazienti molto giovani.